ESTETISTA APEO (Associazione Professionale di Estetica Oncologica)

Se chirurgia, radio e chemioterapia hanno crescente successo, il loro carattere sempre più invasivo tende ad aumentare gli effetti secondari a livello cutaneo: caduta di capelli e sopracciglia e unghie, gonfiori, cicatrici perdita di funzionalità fisiologiche, infiammazioni, macchie, stasi linfatica, eccetera.

Si tratta di effetti inestetici, dolorosi ed invalidanti, che toccano anche la sfera sociale e psicologica del paziente, la cui esperienza di vita peggiora ben oltre la gravità intrinseca della patologia.

In passato chi si è trovato in questa situazione non ha sempre trovato il giusto interfaccia nelle figure professionali di riferimento, stessa io, prima della mia specializzazione con i medici dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia) e di diventare quindi un estetista APEO (Associazione Professionale di Estetica Oncologica), ho dovuto rifiutarmi più volte di trattare la cliente, in quanto priva delle competenze necessarie, proprio in un momento in cui  lei avrebbe avuto maggior bisogno delle mie attenzioni.

Da una parte, il personale sanitario si focalizza giustamente più sulla patologia che non sulla persona nel suo complesso psicosomatico; d'altra parte però, pochissime, come me d’altronde , erano le estetiste in possesso delle competenze necessarie per dare loro benessere a una persona in terapia oncologica.

Fortunatamente, oggi è possibile avere cura di se e star bene nella propria pelle anche quando si affrontano patologie di questo tipo, grazie alla crescente collaborazione tra le professioni mediche e quelle del benessere, e ai processi della ricerca estetica scientifica, una specializzazione, la mia, quindi che contribuisce a migliorare la qualità di vita delle persone in terapia oncologica.

Con la nascita di questa nuova figura professionale in campo oncologico, diciamo a tutti gli effetti che il mondo dell'estetica e del benessere è cambiato e che stiamo andando verso un benessere sempre più sociale e rispettoso della persona.

È, quindi, proprio dall’amore che nutro nei confronti della cura delle donne, rispettandone tutti i processi fisiologici della sua vita, in maniera professionale e competente, che è nata in me cinque anni fa, l’interesse di prendermi cura anche delle donne che sono in cura.